domenica 18 febbraio 2024

SPETTACOLO

 Facciamo un discorso complicato. Senza lo spettacolo, senza la comunicazione di massa, senza l’immersione costante di tutti in un bagno di suoni, di immagini, di luoghi comuni, il mondo in cui siamo sarebbe possibile? Non sarebbe possibile. Perché se fosse silenzioso e senza sfondo colorato, risulterebbe intollerabile anche al più mansueto e molle degli uomini.

Dunque il rumore e le luci di fondo sono parte essenziale del materiale che tiene assieme il nostro mondo. Senza di esso non sarebbe vivibile, la gente non si alzerebbe al mattino per poi fare una vita non dissimile da quella di una formica, nella quale nulla gli appartiene e tutto è di tutti, ossia tutto è sociale. La formica non possiede nulla, il suo tempo, il suo fare, il suo muoversi non appartiene a lei, ma al formicaio e lei fa parte del formicaio senza nemmeno sapere di appartenere al formicaio. Come l’uomo qualunque oggi. Se non ci fossero i suoni, i mimi televisivi in tutte le loro varianti, le immagini, i continui incoraggiamenti a godi con questo e a compra quell’altro, il singolo non reggerebbe, perché, nel silenzio, dovrebbe contemplare se stesso, la sua infinita impotenza, e lo spettacolo non sarebbe tollerabile. Il rumore di fondo, che possiamo definire come spettacolo e che è un mix di suoni, di immagini, di incitamenti, è il vero nutrimento che sostiene la sua anima. Togli lo spettacolo e togli l’ordine sociale,meglio ancora la piattaforma che ci fa vivere.
Si può vivere senza spettacolo? Fino al secolo XIX ci si è riusciti benissimo. Eppure la gente, come oggi, viveva in grandi città, Parigi, Londra, Mosca, Napoli, Venezia e una parte ancora più abbondante viveva in piccoli borghi e villaggi sparsi per le campagne. Eppure nonostante l’affollamento delle città e l’isolamento nelle campagne viveva benissimo senza spettacolo, senza rumore di fondo, senza immagini, senza eroi dello sport, senza divi di qualcosa. Come faceva? Proviamo a pensarci. Un popolano a Parigi o un contadino della bassa casalasca come faceva a vivere senza spettacolo? Perché in tutte le situazioni di vita o perlomeno nella maggior parte era il protagonista in prima persona. Le canzonette le cantava lui e le suonava con strumenti suoi magari con gli amici; i giochi, specie d’azzardo ma anche quelli di abilità, non li guardava ma li faceva lui in prima persona nelle piazze e nelle strade, i racconti se li inventava lui e poi li ripeteva agli amici. Insomma nonostante la fatica fisica e la scarsità di sostentamento, faceva una vita piena,perché era costretto a riempirla in prima persona per non renderla vuota e insignificante. I muratori cantavano in continuazione sulle impalcature così i contadini nei campi e le lavandaie al lavatoio. Ogni serata all’osteria una vera avventura, e molti non tornavano a casa, compreso il grande poeta Marlowe che si prese un boccale di peltro in fronte a rompere il cazzo con i suoi versi declamati fra i marinai. In altre parole, non avevano bisogno del rumore di fondo perché, padroni della loro vita, il rumore se lo facevano da sé, così come il cibo, il caldo, il vestiario e il moto.
Alfredo Morosetti

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