domenica 18 febbraio 2024

NOI E LO STATO

 C’è lo Stato e ci siamo noi. Nessuna mediazione in mezzo, nessun limite morale e metafisico fra noi e loro. Questo spiega tutto. Spiega due secoli in cui lo Stato ha potuto fare di noi quello che ha voluto. Spiega l’invasione di ogni nostra proprietà e dimensione, spiega il fatto che può prendersi ogni cosa, persino la nostra volontà ed entrare nel nostro corpo. O si ricostruisce una trincea di ordine metafisico e morale che viene prima e sopra la legge, ossia estranea alla dimensione politica, oppure si diventa cinesi, dove tutto è politica, ossia tutto è deciso dallo Stato.

Viviamo in un incubo: il bene imposto per via legale. Li stato etico, ossia lo stato che vuole che tu aderisca ad un’opinione. Come è successo? Il giorno in cui hanno detto e quasi tutti hanno creduto che la libertà fosse un diritto. Ma la libertà non è un diritto, bensì un dovere. Lo sapevano gli antichi romani, i filosofi stoici, lo ha spiegato magistralmente il filosofo Fichte, lo ha ripetuto in un linguaggio chiaro e accessibile a tutti Mazzini. La differenza fra avere un diritto e avere un dovere è esattamente quella fra pace e guerra. La pace nasce da un accordo, per averla dobbiamo essere d’accordo, è un contratto. La guerra non è invece un contratto, ma un atto di imperio unilaterale. Non ha bisogno di altro che di se stessa per realizzarsi, non dipende dal tuo consenso. Questo spiega la sostanziale differenza fra popoli liberi, mezzi liberi, asserviti. Se pensi di aver diritto alla libertà, non ce l’avrai mai, dovrai sempre chiedere che qualcuno sia d’accordo con te nel permetterti. Se invece hai capito che hai il dovere di essere libero se vorrai mantenere il rispetto di te, allora saprai anche che se non sei disposto a rischiare al limite la vita non sarai mai libero. Non c’è libertà senza la consapevolezza che tutto quello che hai ti potrebbe essere tolto se non hai il coraggio di difenderlo costi quel che costi. La storia dei popoli italiani è purtroppo la storia di gente che ha sempre accettato di consegnare le braghe nella speranza che gli lasciassero almeno le mutande.


Alfredo Morosetti

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