giovedì 15 febbraio 2024

GEORGE ORWELL

 George Orwell morì di tubercolosi nel 1950. Aveva 46 anni. Fu uno dei più grandi scrittori capaci di raccontarci il futuro; oltre ad esser stato un cronista di primissima qualità. Scrisse uno dei più importanti reportage del Novecento: Homage to Catalonia, prima edizione 1938, durante la Guerra Civile spagnola. Oggi viene costantemente citato, anche a sproposito, pure dalla destra politica, pure da intellettuali "garantisti berlusconiani", come maestro di pensiero, quando Orwell fu politicamente un uomo di sinistra, anticomunista, socialdemocratico, profondamente legato all'Europa delle libertà e democrazie, e con il falsoliberalismo e i conservatori ex-fascisti c'entra un fico secco.

Nonostante varie biografie su Orwell, c'è un periodo della sua vita che è stato poco esplorato, e pieno di lacune sconcertanti - scrive William Boyd sul New York Times, recensendo un libro dedicato agli anni asiatici di Orwell, "Burma Sahib" di Paul Theroux, da poco uscito in Inghilterra. Fu un periodo asiatico, quello dell'autore di "1984" anche misterioso. Nel 1922, il giovane Eric Blair, all'età di 19 anni (Eric Blair è il suo vero nome, George Orwell lo pseudonimo che poi adottò lo scrittore inglese), da poco uscito dall'Eton College, una prestigiosa scuola privata, andò in Asia nella colonia britannica di Burma, oggi Myanmar.
La sua mansione era di aggregato a prender esperienze quale ufficiale della polizia coloniale. Un lavoro, in quegli anni, che molti inglesi della "middle-class" accettavano volentieri; nelle colonie si trovava lavoro più facilmente e la paga era migliore. E c'era quel desiderio di avventura, di un giovane inquieto quale era Eric Blair (George Orwell).
Paul Theroux, scrittore, viaggiatore, dalla scrittura densa e ricca di curiosità, anedotti, anche eccentrica, come in un reportage dedicato a un vagabondaggio sui treni, da nord a sud d'Inghilterra, che mi capito' di leggere quando andai un Natale in Cumbria, conosce bene Burma dove ha soggiornato più volte, e ha letto tutto Orwell.
Eric Blair, che restò a Burma dal 1922 al 1927, è disegnato da Theroux come un'anima tormentata, "naive", imbarazzato e scontento, e a disagio con le snobberie, le barbarie, il razzismo della polizia coloniale. È vittima dell'arroganza dei suoi superiori, a cui non può parlare dei soprusi coloniali di cui è testimone.
Nel frattempo, Eric Blair (George Orwell) ha in Asia un'attiva vita sessuale con prostitute locali
e moglie di funzionari britannici; anche come passatempo, per vincere il torpore della vita coloniale, le sue bassezze, le gelosie fra i funzionari, le ipocrisie sessuali, il razzismo.
Paul Theroux, scrive il recensore sul NYT, ci aggiunge i suoi ricordi di Burma e una descrizione dei luoghi, della gente che ci vive.
La teoria di Theroux è che George Orwell è diventato Orwell, scrittore, giornalista, socialdemocratico, è diventato uomo, proprio in quegli anni in Asia. Tornato in patria, Orwell aveva aggiunto una consapevolezza, amarezza per le sue esperienze coloniali che impostarono e influenzarono la sua visione del mondo. Dallo studente alto e dinoccolato, smilzo, ancora indeciso cosa essere nella vita, Orwell dopo Burma, già tornando in nave dall'Asia, si fece scrittore per la vita, e incomincio' varie pagine dei suoi "Burmese Days" (1934).
Martin Amis in una intervista dichiarò che i narratori tendono a perdere l'ispirazione dopo i settant'anni. Il talento disse, muore prima del corpo. Per William Boyd, lo scrittore Paul Theroux fa eccezione. Ha ancora una curiosità, una scrittura carica di entusiasmo, nonostante oggi ha raggiunto gli ottant'anni, e li ha superati.
Citando gli anni in Asia per Eric Blair (George Orwell), Theroux scrive che c'è un breve periodo nella vita di ognuno, quando il carattere prende forma in modo decisivo, ed è formato per sempre (fixed forever).

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