L’anno bisestile è stato inventato a Roma. Giulio Cesare […] in qualità di Pontefice Massimo nel 46 a.C. sostituì il calendario lunare fino ad allora in uso con quello solare. “Riformò il calendario – si legge nelle Vite dei Cesari di Svetonio – sconvolto da molto tempo per colpa del Pontefici che abusando della facoltà di inserire giorni intercalari avevano creato una tale confusione che le feste del raccolto non cadevano più in estate e quelle della vendemmia non cadevano più in autunno.
Regolò l’anno sul corso del sole e lo fissò di trecentosessantacinque giorni, (…) inserendo un giorno ogni quattro anni”. Il giorno aggiuntivo andava a raddoppiare il 23 febbraio, il sesto prima delle calende di marzo che davano inizio al nuovo anno: di qui il nome bi-sextus, “bisestile”. Questo serviva a risolvere un problema di divergenza tra anno civile e anno solare, la cui durata è in realtà di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Tanto è il tempo che impiega la terra a girare intorno al sole.
[…] A suggerire la soluzione fu l’astronomo greco Sosigene di Alessandria, ma il suo calcolo non era perfetto e nel tempo gli errori continuarono a sommarsi: si perdeva in questo modo un giorno ogni 128 anni. Si arrivò così a una differenza di circa 13 giorni nel XVI secolo.
Per la Chiesa, anche nei secoli precedenti, la discrepanza tra le date del calendario e la durata effettiva delle stagioni era un serio problema: la Pasqua infatti, come stabilito dal Concilio di Nicea nel 325, deve cadere la prima domenica che segue il plenilunio successivo all'equinozio di primavera. Per questo nel 1582 papa Gregorio XIII pose di nuovo mano al problema, dopo diversi tentativi da parte di dotti e religiosi. Il Papa eliminò dieci giorni di sfasatura accumulati nei 15 secoli precedenti facendo saltare le date per quell’anno direttamente dal 4 al 15 ottobre.
Il suo calendario, detto appunto gregoriano, ridusse a un giorno ogni 3323 anni l’errore, modificando la regola che voleva un giorno in più ogni 4 anni. Così questo calendario, quello che ancora oggi usiamo, introduce il 29 febbraio negli anni divisibili per 4 tranne quelli secolari: tra questi sono bisestili solo gli anni divisibili per 400.
LA BRUTTA REPUTAZIONE DEL 29 FEBBRAIO
[…] La singolarità del 29 febbraio è testimoniata dalla quantità di superstizioni e convinzioni popolari che lo accompagna. La più nota e diffusa è che l’anno bisestile porti sfortuna: “anno bisesto, anno funesto”, si dice. Un’idea poco scientifica ma che alcuni supportano enumerando una serie di disgrazie avvenute negli anni bisestili, dal naufragio del Titanic nel 1912 allo Tsunami nel 2004, per finire con la pandemia di Covid nel 2020.
[…] Il legame con la mala sorte risale a sua volta all’epoca romana: allora febbraio era il mese dedicato alla celebrazione dei defunti, che nella credenza popolare potevano ritornare sulla terra: un mese cupo, non meritevole di essere allungato. […] Ma non tutti sono figli della cultura latina, e nei Paesi anglosassoni invece l’arrivo dell’anno bisestile è visto con favore: è ancora attuale in Irlanda e in Gran Bretagna il rito del “giorno dello scapolo”, il 29 febbraio, quando solo le donne possono fare la proposta di matrimonio all’amato, e questi deve accettare, pena una multa riparatrice. […]
La confusione che Cesare voleva eliminare già 2000 anni fa in realtà è durata ancora molti secoli e ancora non abbiamo una precisione millimetrica, ma ci vorranno circa tremila anni prima che il calendario gregoriano si discosti di un giorno da quello solare. Prima di allora, forse, avremo trovato altre soluzioni.