domenica 9 luglio 2017

Contro il fantasy

All’inizio c’è stato «Il signore degli anelli», il successo clamoroso è arrivato con la saga di Harry Potter. Ma... Uno scienziato spiega perché inseguire soluzioni con sortilegi e incantesimi non serve a nulla. Peggio: è dannoso

L’immagine Jee Young Lee (1983), of mind (2013), courtesy dell’artista/ galleria Opiom, Opio, Francia: l’artista coreana mette in scena in uno studio di 3 metri per 6 fiabe, ricordi d’infanzia, opere di Shakespeare. Poi si fotografa senza mai guardare l’obbiettivo
«Oggi viviamo sempre più in un mondo fantasy. Quasi tutto è effetto della scienza e della tecnica, ma è circonfuso di mistero e quasi di magia». Così scrivevo una quindicina d’anni fa, come stupito dalle mie parole. La visione di alcuni film e serie televisive mi dava allora questa netta sensazione. Tale impressione mi si è oggi molto rafforzata guardando anche i programmi per i più giovani o addirittura per i bambini piccoli (intanto sono diventato nonno): qui tutto è magia o viene spiegato con la parola magia, talvolta incantesimo. Qualcuno ha i superpoteri e li utilizza, e qualcuno ha anche i super-superpoteri, che possono neutralizzare i primi.
To cast a spell, lanciare un sortilegio, è prassi assai diffusa e quasi di ordinaria amministrazione in film, telefilm, libri, racconti, fumetti e giochi elettronici, come pure in giochi di ruolo, anche se non conosco nessuno che nella vita lo faccia veramente. Non si tratta di realtà né di fantascienza, ma appunto di fantasy.
Nato negli Stati Uniti ai tempi della Prima guerra mondiale, il fantasy è un genere letterario strettamente connesso con il mondo del soprannaturale. Non si tratta di un sottogenere della fantascienza, come si potrebbe pensare, perché nella fantascienza gli eventi rispettano sempre un filo di coerenza tecnico-scientifica, magari un po’ azzardato, mentre nel fantasy i protagonisti si trovano sempre in balia di forze imponderabili e imprevedibili come la magia e la stregoneria, in ostaggio di un non meglio precisato destino, spesso opera di forze superiori, e soltanto alcuni pochi eletti sono in grado di ribaltare le situazioni create da qualcuno contro di loro.
Gli eletti sono spesso caratterizzati da particolari relazioni di parentela e si sono tutti fatti le ossa con un particolare tipo di tirocinio. Le atmosfere nelle quali sono immersi i nostri eroi o supereroi sono quasi sempre quelle delle saghe medievali nordiche, piene di elfi, giganti, orchi, streghe e stregoni, oppure quelle del romanzo gotico, caratterizzato da atmosfere da incubo piuttosto che di avventura, nelle quali prevalgono situazioni oniriche e angoscianti, presenze misteriose ed esseri demoniaci, in una miscela confinante spesso con il genere horror. Nei programmi televisivi questi temi sono per così dire secolarizzati, ma l’atmosfera è sempre magica.
Il punto fondamentale è che le storie narrate non possano stare né in cielo né in terra, ma piuttosto nel dominio del magico e della magia, tipo Il signore degli anelli o la saga di Harry Potter. Da sempre sono esistite le favole, e le fiabe per i più piccoli, ma nelle storie fantasy tutto, assolutamente tutto, è magia e sortilegio, ovvero proprio il contrario della scienza, in un crescendo di inverosimiglianza.
Evidentemente la cosa piace, e piace sempre di più. Perché? Probabilmente perché tutto ciò rappresenta il massimo dell’evasione, del disimpegno e magari del relax, questo termine oggi molto in voga che non significa quasi niente, come il suo contrario, lo stress. Qualcuno potrebbe dire che è «divertimento puro», se proprio vogliamo usare a tal proposito la parola divertimento, che etimologicamente non è, tra l’altro, molto diversa da evasione. Perché «puro»? Perché richiede il minimo dell’attenzione e della riflessione. La curvatura dello spazio-tempo e la perdita di peso di chi si trova in orbita vanno capite, almeno in parte, mentre magie, sortilegi, trasformazioni e altre stregonerie fanno parte del bagaglio di conoscenze dei nostri antenati che dormono ancora in noi. Il magico quindi costituisce il massimo del disimpegno e della deresponsabilizzazione, le stesse istanze che nella storia hanno portato il romanticismo a disintegrare e soppiantare l’illuminismo. Se la conoscenza è scire per causas, il magico è lasciarsi andare via col vento.
Che sia o che non sia questo il motivo di tanto successo, oggi il fantasy ci avvolge e ci trastulla dalla prima infanzia. La cosa non potrebbe non meravigliare un marziano, poniamo, che venisse a visitare la Terra, visto che il nostro secolo si presenta indubbiamente come il secolo della conoscenza e della scienza. Una spiegazione potrebbe essere trovata nel fatto che oggi la realtà è così impegnativa, che nell’evasione si cerca il massimo del disimpegno. Un’altra ipotesi potrebbe essere che una spiegazione scientifica può essere seguita da pochi, mentre quella magica e soprannaturale da tutti, come dimostra il diffuso culto delle reliquie dei santi. Non è difficile comunque trovare un nesso fra tutto questo e il dilagare del ricorso alle medicine alternative di tutti i tipi o di metodi di cura fai da te. Senza trascurare l’imperversare del complottismo come base di spiegazione degli eventi più diversi: qualche orco si prende sistematicamente gioco di noi e ci inganna, nascondendoci la verità. Ma alcuni supereroi la scoprono ugualmente e fondano una setta. Per maggior gloria della razionalità e dell’equilibrio di giudizio, che possono essere recuperati soltanto con un po’ più di cultura.


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