sabato 8 luglio 2017

Il caso Casati Stampa

Carlo Nordio per ''Il Messaggero''

La sera del 30 Agosto 1970 il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, ricco rampollo di una illustre famiglia, ritornò nella sua elegante abitazione di via Puccini a Roma, e congedò la servitù; poi entrò nella stanza dove la moglie Anna stava in compagnia di Massimo Minorenti, un giovane di aspetto gradevole e di attitudini incerte, e sparò ad entrambi con il suo fucile Browing cal.12. Quindi, imitando Hemingway, si sparò in bocca. Gli investigatori trovarono materia cerebrale fin sui preziosi dipinti del 600.

Camillo Casati - Camillino per gli intimi aveva sposato dieci anni prima Anna Fallarino, una procace e vistosa trentenne, gia maritata con un ingegnere, che a sua volta l' aveva tratta da una famiglia assai modesta. I pettegoli dicevano che Camillino avesse speso più di miliardo per ottenere dalla Sacra Rota l' annullamento del matrimonio. Circostanza forse non vera, ma purtroppo verosimile.


Il quarantenne marchese era un raffinato nullafacente. Apparteneva a quella schiera di eccentrici annoiati che Joris Huysmans aveva effigiato quasi un secolo prima in Jean Floressas Des Esseintes , protagonista del suo noto romanzo A' rebours.
Ma mentre la noia dell' aristocratico parigino derivava da uno sfinimento culturale che ne aveva esaurito le raffinatezze estetiche, quella di Camillino era una più modesta sbornia di vizi, che il nobiluomo cercava di vincere con la caccia , le feste, e soprattutto le sfrenatezze sessuali.

AMORE VERO
L' amore per Anna era certo sincero e profondo, come i fatti avrebbero dimostrato. Ma era un sentimento singolare: il marchese si divertiva a raccattare giovanotti nei luoghi più improbabili per assistere alle loro esibizioni con la moglie consenziente. Ne teneva un conto maniacale, annotandone i particolari in un' agenda di raso,e documentandone la dinamica con minuzia ossessiva: gli investigatori trovarono, nella sua bibliotheque aux enfers, più di mille fotografie della moglie nelle pose più disparate. C' era, per così dire, del metodo nella sua perversione.

Una perversione peraltro innocua, che si riteneva monopolio esclusivo della nobiltà degenerata. In realtà era un vizio equamente diffuso tra tutte le classi sociali, come sapevano gli addetti ai lavori e come sarebbe emerso alcuni decenni dopo, con la massificazione dell' erotismo, nel proliferare di periferici club di scambisti. Ma allora era comodo credere che le cosiddette classi popolari fossero immuni da simili porcherie.
Il catalogo di amanti, che questo don Giovanni a rovescio teneva con tanta cura, ebbe tuttavia una inattesa intrusione. Anna si dimostrò troppo entusiasta di Massimo Minorenti, di quindici anni più giovane, e forse se ne innamorò.

L' IDEA FATALE
Ebbe l' infelice idea di dirlo al marito, prospettando addirittura una separazione. Camillino ne rimase sconvolto: il suo diario testimonia la delusione per il tradimento coniugale, e il desiderio di farla finita. Forse per morbosa gelosia, forse per l' orgoglio ferito, o per tutte queste cose, reagì in modo inconsulto, mantenendo tuttavia l' aplomb aristocratico.

Probabilmente aveva letto Brantome e la sanguinaria vendetta che il principe Gesualdo da Venosa aveva consumato sulla moglie Maria D' Avalos, pugnalata assieme all' amante durante un amplesso. Sta di fatto che, senza tanto strepito, prese lo schioppo, e sistemò l' affare.

La vicenda suscitò le più diverse reazioni: alcuni vi videro la giusta punizione divina per una condotta scellerata; altri intimamente - si rallegrarono di un epilogo che squadernava il marciume di una casta corrotta; pochi manifestarono pietà, ed ancor meno furono quelli che la provarono sul serio.

La cronaca nera, soprattutto quando coinvolge i ricchi e i potenti, evoca sempre una sorta di compiacimento rancoroso. Tra i vari effetti più singolari, vi fu il fiorire delle consuete interpretazioni di sessuologi, psichiatri, psicologi e psicanalisti, come sempre in contrasto tra loro. Per alcuni tutto nasceva dalla donna: ninfomane, frigida, o entrambe le cose.

Per altri bisognava guardare il marito: impotente, edipico, satiro. Un delirio di aggettivi e sostantivi mescolati a caso, per impressionare il popolino. Purtroppo chi ha esperienza giudiziaria sa che non vi è nulla di più evanescente e volatile delle perizie sulla psiche. Se nemmeno la radiologia - come ammoniscono gli esperti - è una scienza esatta nonostante le strumentazioni più raffinate , è lecito dubitare sullo studio della mente umana, per la quale possiamo formulare soltanto ipotesi. Come insegnava Popper, non essendo dimostrabili, né tantomeno falsificabili, restano soltanto teorie.

PASSIONE FURIOSA
Probabilmente la storia di Camillo e Anna Casati è più semplice: fu una furiosa passione funestata dal caso. Noi oggi abbiamo abbandonato molti concetti tradizionali per sostituirli con definizioni apparentemente più rigorose e scientifiche. La stessa terminologia è cambiata: sostantivi come vizio e cattiveria, e aggettivi come depravato e malvagio sono spariti dal vocabolario, e suonano come ignoranza retrograda. Sarà.

Ma nella realtà non cambia nulla. Perché la personalità umana è così varia e complessa che si fa beffe delle definizioni erudite. La vicenda Casati è una delle tante di ogni tempo e luogo, dove si sono incrociati i destini di caratteri eccentrici, che in circostanze diverse avrebbero al massimo suscitato una piccante curiosità: un ricco libertino, una donna bella e ambiziosa, un giovanotto gaudente e spregiudicato.

Fu il loro incontro a determinare la loro sorte, e fu la concomitanza di fattori occasionali a trasformare un triviale divertimento in una tragedia quasi shakespeariana. Davanti alla quale possiamo reagire secondo le nostre inclinazioni, ma con la consapevolezza della insondabilità della nostra imprevedibile natura.

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