mercoledì 5 luglio 2017

Johnny Cash

Caroline Howe per “Daily Mail

Johnny Cash negli anni ‘60 era caduto in un vortice di anfetamine e alcol, poi il promoter Saul Holiff, un ebreo intellettuale di origini canadesi, già al lavoro con Buddy Holly, the Everly Brothers, Paul Anka, Little Richard, decise di portarlo dalla nicchia al grande pubblico.

Era lì nel momento peggiore, quando la superstar del country andava continuamente in overdose, veniva arrestato, cancellava concerti. All’apice della carriera, nel 1973, Holiff mollò. A 80 anni si tolse la vita e lasciò una valanga di lettere in una cassaforte, insieme a registrazioni che dettagliavano il suo rapporto con il “man in black”, come rivela il libro di Julie Chadwick ‘The Man Who Carried Cash’.

Non ci fu mai un periodo tranquillo che durasse più di una settimana. Dopo il divorzio dalla prima moglie e il matrimonio con la sua amatissima June Carter nel 1968, Cash passò dalla prigione alla fede totale in Gesù. La conversione infastidì il manager. June gli chiese: «Come mai? Hai qualcosa contro Gesù? O forse ti dà fastidio il fatto che Johnny ora faccia molti concerti gratis?». Holiff rispose: «Sono affermazioni antisemite. Mi rifiuto di essere dipinto come uno interessato solo ai soldi», e se ne andò per sempre.

Per dieci anni aveva fatto a Cash da manager, promoter, consulente, avvocato, psichiatra. In Canada vide il bassista Mashall Grant che portava con sé una sega circolare per accorciare le gambe a tavoli e sedie degli hotel e insieme a Johnny amava sparare con la col 45 nei corridoi. Dai balconi lanciarono uova, gavettoni, mobili. Buttarono giù il muro che divideva le stanze, dipinsero le pareti di vari colori. Holiff era mortificato per il loro comportamento.
All’epoca Cash era consumato dall’amore per Billie Jean Horton, regina del country e moglie del cantante rockabilly Johnny Horton, che poi morì in un incidente. A quel punto Cash la voleva sposare, ma lui aveva già una moglie, la povera Vivian, mollata in California con quattro figli.

Cash era a ruota di anfetamine dal 1957, quando gliele passò il suo violinista. Gli permettevano di stare sempre in piedi, affrontare faticosi tour, e lo rendevano meno timido sul palco. Ma distruggevano la sua voce e la sua personalità. Era nervoso, paranoico, irrazionale, nei camerini era solito spaccare i bicchieri. La critica cominciò a bastonarlo, non andava più in classifica, non lo volevano in tv.

Al Carnagie Hall nel ’62 mandava giù pillole come popcorn, comprese quelle per la dieta, per riuscire ad entrare in un vestito appartenuto al padre del country Jimmy Rogers. L’esibizione fu tremenda. Saltò anche in tour con Elvis in Giappone. A quel punto, per un importante show a Dallas, Holiff ingaggiò June Carter della Carter Family, corista di Elvis. Di lei si innamorò perdutamente.

Era un ribelle e fuorilegge. Nel giugno 1965, il camper di Cash prese fuoco mentre si trovava a pesca con il nipote Damon Fielder in California, e l'incendiò bruciò circa 283 ettari di parco. Venne arrestato in seguito con 688 pastiglie di dexedrina e 475 tavolette di Equanil nascoste nella custodia della chitarra. Un secondo arresto avvenne l'11 maggio 1965 a Starkville, Mississippi, per vagabondaggio. L'ultimo arresto ebbe luogo nel 1967 a Walker County, Georgia, dopo che era rimasto coinvolto in un incidente d'auto mentre trasportava una borsa piena di tranquillanti. Cash cercò di corrompere l'agente di polizia accorso sul posto, che però rifiutò il denaro e lo arrestò per tentata corruzione di un pubblico ufficiale.

Insomma nel 1966 era stato arrestato sette volte in sette anni, e si trovava sul bordo del precipizio. La ripresa avvenne grazie a June, che lo aiutò ad uscire dalla dipendenza, lo sposò e si occupò di lui, finché non divenne il re Mida del country, passò dal guadagnare 100 dollari a sera a 100.000. Holiff pensò fosse il giunto il momento di abbandonarlo: «Per dieci anni ho ricevuto umiliazioni, mi ha preso l’anima e ora me la vuole salvare con il suo fondamentalismo cristiano. La rottura è inevitabile».

Nessun commento:

Posta un commento

VAN GOGH

  Se oggi conosciamo e ammiriamo Vincent van Gogh, lo dobbiamo a questa gentile signora, sua cognata. La tragica storia di Vincent Van Gogh ...