Laura Larcan per ''Il Messaggero''
Un terremoto di intensità devastante, i crolli, quella montagna di travertini ridotti in macerie, i lavori sulla piazza e la trasformazione in fortezza. E' la storia più inedita del Colosseo che ora riaffiora da strati di terra mista a marmi, frammenti di travertino, mattoni laterizi e ossa di animali.
E' bastato scavare fino a quasi due metri di profondità per intercettare una serie di reperti che fanno luce su quella parabola cruciale dell'Anfiteatro Flavio, che coincide con la sua fatale decadenza, lontana ormai dai fasti imperiali e gladiatori che ne avevano fatto per cinque secoli la più grande macchina da spettacoli dell'antichità. Siamo di fronte alle tracce storiche di quel momento in cui il Colosseo perse la fronte meridionale, assumendo la fisionomia asimmetrica ormai entrata nell'immaginario collettivo.
Perché quello che stanno riportando alla luce gli archeologi dell'équipe della Soprintendenza del Mibact sono i resti delle porzioni di Colosseo crollate. Le prove sono tutte lì, nell'area di scavo esterna al monumento, oggi transennata, aperta sul lato della piazza verso il Celio, ai piedi della facciata Sud del Colosseo. Quello che diventa chiaro ora è che all'inizio dell'XI secolo (anno Mille) tutta la facciata meridionale del Colosseo non c'era più: crollata. I materiali, spiegano dagli uffici del Colosseo, sono ancora in corso di studio, ma ricostruiscono oggi l'esatta fase medievale di crollo ma anche di intervento davanti al monumento.
Lo scavo ha riportato alla luce, infatti, fitti depositi di detriti che fanno pensare proprio ai lavori della famiglia dei Frangipane per sistemare l'esterno del Colosseo: «come se avessero spianato la montagna di detriti in modo da liberare lo spazio antistante, e ricavare la giusta visuale e l'accesso al palazzo fortezza costruito nel Colosseo», dicono gli archeologi. La presenza dei Frangipane è fatto noto.
LE DATE CORRETTE
Lo scorso marzo la direttrice del Colosseo Rossella Rea aveva annunciato la scoperta della ronda delle sentinelle dei Frangipane, il camminamento dei militari al servizio della fortezza della nobile famiglia romana, edificata nel monumento. Le nuove scoperte confermano quello che scrive Rossella Rea nel suo saggio appena pubblicato nel catalogo della mostra Colosseo, Icona: «Quando nell'847 un terremoto devastò Roma, quel che restava del fronte meridionale dell'Anfiteatro dovette cedere generando la cosiddetta coxa, ossia la montagna di travertini, le cui origini sono state finora ricondotte al sisma del 1349».
La datazione va rivista, dunque. Come scrive la Rea: «La scoperta del cammino di ronda connesso ai Frangipane, insediatisi alla fine dell'XI secolo conferma che il camminamento prospettava su un'area libera da strutture». Quindi, macerie e detriti della facciata crollata erano stati ormai eliminati. Non solo.
Lo scavo ha restituito anche il cuore più autentico del Colosseo. Il lungo e gigantesco blocco di marmo che gli archeologi misurano con emozione è la sommità delle fondazioni originali del monumento (da immaginare come una grande ciambella marmorea profonda circa 14 metri): quella che appare oggi è parte superiore rivestita di uno strato spesso di malta su cui sono rimaste le impronte dei blocchi della pavimentazione di duemila anni fa. Poco più in là, ecco uno dei tanti condotti idraulici che all'epoca dei fasti smaltivano all'esterno le acque del Colosseo. E dagli sterri ecco spuntare i frammenti dei tripodi di marmo originali che puntellavano l'arena al servizio dei gladiatori, che contenevano la sabbia per detergere sudore e sangue. Se non è emozione questa.
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