Raffaella Scuderi per la Repubblica
Dopo 65 anni trascorsi a fianco della regina d' Inghilterra, il principe Filippo di Mountbatten, nato Filippo di Grecia e Danimarca, lascia la scena pubblica. Il duca di Edimburgo a 96 anni dice addio alle comparizioni ufficiali: l' ultima è stata ieri, al termine della parata dei Royal Marines. Rinunciò alla carriera in marina dopo che gli fu conferito il grado di ammiraglio di flotta il 15 gennaio del 1953, un anno dopo l' incoronazione di Elisabetta.
«Da allora Filippo è stato la sua ombra. Sempre due passi indietro. Ma il regno di Elisabetta II non sarebbe stato lo stesso senza di lui». Penny Junor non ha dubbi. La giornalista e scrittrice britannica di corte (ha pubblicato sei libri sui reali inglesi), grande detrattrice di Lady D, ha solo parole ed opinioni positive su Filippo.
Lei che lo ha conosciuto, come lo definirebbe?
«È una figura molto familiare anche se, ammetto, discutibile. Ha sempre avuto "i piedi in bocca" ("foot in the mouth", dire qualcosa di sconveniente, ndr). Un uomo politicamente scorretto con un brutto carattere. È prepotente e inappropriato. Odia gli stupidi e non li tollera. Leggendarie le sue gaffe, anche se quasi sempre fraintese».
Male interpretate in che senso?
«Lui parlava a ruota libera. Lo faceva per far sentire le persone a proprio agio. Per avvicinare la monarchia alla gente comune. Ad esempio in Cina, incontrando degli studenti inglesi, domandò: "Da quanto tempo state qui?". Alla risposta, lui replicò sorridendo "Se restate ancora un po', vi verranno gli occhi a mandorla". Tutti urlarono allo scandalo. Ma i cinesi si divertirono molto, sostenendo di rimando che gli occidentali hanno gli occhi rotondi».
E quando invece prese di mira gli indiani?
«Anche lì. Non fu una gaffe diplomatica. Lui non piaceva alla stampa tanto quanto non piacesse a lui il mondo dei giornalisti. Quando visitò una fabbrica vicino a Edimburgo, disse ai lavoratori che i quadri elettrici che stavano assemblando sembravano realizzati dagli indiani. Ma furono proprio gli indiani a plaudire alla sua affermazione. "Era ora che qualcuno dicesse la verità". Ma questo i tabloid non lo riportarono ».
E quali sono state le sue qualità da principe consorte?
«È stato un fantastico marito. Mi ricordo una volta che a un' apparizione ufficiale la regina non si accorse di una bimba che le porgeva un narciso. Filippo tornò indietro, sollevò la piccola da dietro le barriere e la esortò ad avvicinarsi ad Elisabetta».
Come ha vissuto il suo essere numero due reale?
«Non è stato facile per lui. Quando seppe che i suoi figli non avrebbero preso il suo nome, disse: "Cosa sono io allora? Nient' altro che un' ameba"».
Vuol dire che ha sofferto il ruolo?
«Frustrato sì. Ma in parte si è riscattato occupandosi degli affari domestici. Si è preso cura dell' educazione dei figli. È stato un grande innovatore. Fu sua l' idea di aprire le porte di Buckingham Palace al pubblico, dopo aver creato delle gallerie d' arte con i capolavori di casa Windsor. Ha ridotto gli sprechi di palazzo, tagliando i costi e risparmiando».
Che ne sarà ora della regina: apparirà in solitaria?
«Lui le sarà sempre vicino. Ma probabilmente si farà accompagnare dai suoi nipoti. Non da Carlo. O tutt' al più dal figlio Andrea, il duca di York».
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