Camilla Paglia per “Hollywood Reporter”
Da bambina avevo due feste pagane per me sacrissime: Halloween e la notte degli Oscar. Crescendo nei conformisti anni ’50, le informazioni sulla cultura popolare non erano prese seriamente. Esisteva il cinema europeo, nelle piccole sale per intellettuali, e quella considerata spazzatura commerciale di Hollywood.
La mia principale fonte di notizie era la rivista ‘Confidential’, dove seguivo avidamente le avventure di Elizabeth Taylor. In quanto italo-americana oppressa dal culto postbellico della biondezza, ero felice che una brunetta rubasse Eddie Fisher a Debbie Reynolds. Più tardi avrei imparato ad apprezzare le bionde come Debbie Reynolds e Doris Daym ma all’epoca le consideravo tiranne. Quasi tutto il paese stava dalla parte di Debbie, la sua rivale adultera era considerata una spaccafamiglie senza scrupoli.
Il momento supremo per me, agli Oscar, fu quando Liz, quasi morta per una tracheotomia, ricevette la statuetta per ‘Butterfield 8’, tre anni dopo lo scandalo Fisher.
L’avevano finalmente perdonata. Il suo trionfo inatteso fu uno spartiacque culturale, un’anticipazione della rivoluzione sessuale cui di lì a poco avremmo assistito. Gli Oscar, nel 1961, erano ancora in bianco e nero. La settimana dopo, Liz campeggiava sulla copertina a colori di ‘Life’, davanti a lei l’Oscar, fra una sigaretta e lo champagne. Trasudava carisma, si faceva fotografare senza collane e foulard, trasformando la sua visibile cicatrice quasi in un accessorio di moda.
Era ambiguamente erotica, come la statua di una santa cattolica che esibisce i segni del martirio. E’ probabilmente la foto post-Oscar più iconica di tutte.
Dopo, viene quella del 1976 di Faye Dunaway che fa colazione al ‘Beverly Hills Hotel’, con i giornali attorno che riportavano la sua conquista della statuetta per ‘Network’, un Oscar che lei guardava con distacco e una certa ironia. E questo scatto mostra la nuova generazione hollywoodiana, più cinica e scaltra. La grandezza mitica della vecchia Hollywood e il suo pantheon di stelle celestiali era già scomparsa.
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