sabato 13 aprile 2024

LIBRI E PENSIERO

 Le rilevazioni statistiche sono impietose; ci dicono che il 60% degli italiani non ha comprato nemmeno un libro nell’ultimo anno e l’elenco dei libri acquistati non si restringe ai testi di Hegel, Kant, Hume, Nietzsche, Wittgenstein e nemmeno a quello dei grandi romanzieri da Tolstoj a Proust a Thomas Mann e nemmeno a quelli dei grandi classici greci e latini oppure i grandi storici di ieri e di oggi. Nell’elenco dei libri acquistati figurano in abbondanza i romanzi rosa oppure i gialli in tutte le salse con cui gli editori cercano di rivitalizzare il mercato, vendendo emozioni da quattro soldi.

Bene sappiamo da ciò che solo una minoranza assoluta degli abitanti del Bel Paese può e vuole pensare qualcosa, perché se pensi ti poni dei quesiti intellettuali e dunque nella misura in cui li vuoi affrontare adeguatamente non puoi certo fare a meno di letture che circoscrivano e aprano la via alla risoluzione dei quesiti che ti poni.
E’ esattamente come coloro che vanno a scalare le montagne: se non si attrezzano con scarponi chiodati, ramponi, corde, moschettoni, non potrebbero nemmeno iniziare a salire. Dunque se non avete comprato libri di nessun genere o al massimo Le memorie di Bruno Vespa, vuole anche dire che non avete nemmeno pensato ad alcunché; per cui, cari esenti da qualsivoglia conoscenza, perché dite sempre la vostra su qualunque questione?
E’ un problema appassionante: quale ragione autorizza le menti più mediocri e passive a supporre di possedere un sapere esaustivo e definitivo su tutto?
Non c’è ambito del quale non sappiano le vere ragioni e il come lo si possa descrivere senza tema di errore. Sanno che c’è la realtà e la irrealtà. La realtà è materia e questa a sua volta è composta di atomi, i quali sono cose piccolissime ma gonfie di energia, guai a cercare di spezzettarli. Sanno che non c’è alcun Dio, perché questa ipotesi non è altro che una fantasia dettata dalla superstizione primitiva risalente al Medioevo. Sanno che l’universo è nato di botto grazie ad un colossale Big Bang, per cui prima non c’era e poi invece sì. Sanno che non c’è alcuna anima, ma tutti i viventi sono solo grumi di cellule che si riproducono secondo precise leggi chimiche e fisiche, guidate da un principio di casualità per cui sopravvive solo chi è più adatto a vivere nel luogo in cui vive. Sanno che tutti gli uomini nascono buoni, ma poi diventano cattivi perché c’è tanta ingiustizia nel mondo. Sanno che tutta la storia è guidata da un Dio buono (anche se non c’è) che vuole un’umanità sempre migliore e dunque fa in modo che il futuro sia sempre meglio del passato. Sanno che la Storia, come tutto del resto, ha le sue leggi e la ragione ce le mostra in tutta la loro evidenza, ossia c’è l’economia, che domina la società e la politica per cui se c’è sviluppo economico tutto funziona per il meglio, mentre se c’è ristagno economico sono guai, forse anche rivoluzioni in vista.
In pratica si tratta di una summa di certezze, ossia di affermazioni apodittiche che vengono concepite come stati di fatto, realtà indubitabili.
Cosa genera questo impasto di credenze date per certezze assolute? Io suppongo una sorta di grande mulino che macina e riduce in poltiglia l’insieme delle ipotesi e delle dottrine che sono massimamente accreditate in ambiti specialistici. Ne esce come un odore che entra sottile nelle narici di costoro mentre al mattino in bagno defecano, mentre litigano allo stadio se era rigore o no, mentre si dilettano alla tv a seguire programmi di divulgazione scientifica o resoconti storici per benpensanti, mentre copulano e gli viene detto che quello che stanno facendo è fuori moda. Forse è un vapore di particelle nebulizzate che entra nei polmoni, forse è un rumore sordo e assillante che ottura loro le orecchie e come un cerume lascia filtrare solo il ritmo che proviene da quel rumore.
Qualunque cosa sia, una volta che questa polvere sottile di nozioni sminuzzate entra nel loro corpo, il sangue le accumula nel cervello e crea una sorta di coppa di argilla sotto la scatola cranica.
Da quel momento sanno tutto e sanno se quello che dici è cosa ragionevole o una demenziale idiozia generata da credenze assurde e primitive.
(cit. mod. Alfredo Morosetti)

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