Con un piede nella linguistica e un altro nella contemporaneità, […] il professor Massimo Arcangeli nel suo Sciacquati la bocca: parole, gesti e segni dalla pancia degli italiani si immerge nelle forme e nel difforme della lingua italiana e dei suoi segni.
Mettendosi alla ricerca del rapporto più essenziale tra la nostra lingua e il mondo e conducendo una ricognizione compiutissima tra gesti offensivi, male parole e stereotipi culturali, ci consegna un referto impietoso di chi siamo quando parliamo, pensiamo o ci autorappresentiamo.
[…] alla fine il maggior pregio di questo studio […] è la sua forza complessiva, la visione globale, quella capacità di tenere il presente come riferimento anche quando di presente non sta parlando, al punto che per il lettore, spesso, è inevitabile istituire riferimenti e correlazioni in proprio.
IL DITO MEDIO DI VLADIMIR PUTIN
Come quando, nel capitolo “Vai col corpo”, grazie a una lunga e dotta digressione sul dito medio – il tertius impudicus – e sul suo valore ingiurioso, si scopre che questo gesto supremamente volgare è anche supremamente antico, e che perfino il pittore Geofried Schalcken (1643-1706) in un autoritratto a lume di candela si ritrasse così, pare per citare il gesto di un giovanotto sullo sfondo di un proprio quadro precedente, il cui tema era una prova di castità: la figuretta comparirebbe a fare il gestaccio alle spalle di un medico che sta esaminando le urine di una giovane in lacrime.
Il gesto era molto popolare anche ai tempi della Guerra dei Cent’anni: i medi erano sventolati a mo’ di scherno dagli arcieri di Enrico V che invitavano così gli avversari a venirseli a prendere – l’amputazione sarebbe stata particolarmente debilitante per chi avesse dovuto tendere un arco. Gesto diventato anche linguaggio politico: chi avesse voglia di documentarsi sulle occasioni (decine e decine) e sui destinatari (svariati) del gesto ossessivamente ripetuto da Umberto Bossi, si dovrà districare in una vera e propria selva di dati ed episodi – e si renderà conto di come Besozzo sia teatro importantissimo di questa sguaiata drammaturgia gestuale.
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