Grant Rollings for The Sun
Al mondo Jackie Kennedy appariva come la vedova perfetta che con grazia e dignità affrontava l’orribile assassinio del Presidente che aveva tanto amato, ma un nuovo film rivela come la più iconica delle First Lady fosse in realtà lo spin doctor che manipolava l’immagine del marito, in seguito alla sua morte.
A interpretarla nel biopic ‘Jackie’ è Natalie Portman, già in corsa all’Oscar come migliore attrice protagonista. Nel film, Jackie crea ad arte la leggenda della presidenza JFK, eleggendolo a Re Artù di una nuova Camelot fondata sulla libertà e sulla cavalleria, utile in realtà a coprire la truce verità di un matrimonio senza più amore.
Il film allude alle molte scappatelle di JFK, di cui la moglie era al corrente, ma omette i segreti della First Lady, da donna sposata e vedova. Tra i suoi amanti ci furono due fratelli del marito (Ted e Bobby), Marlon Brando e il comico inglese Peter Cook. Ancor prima che John morisse, Bobby passava periodi interi nella casa in Massachusetts, approfittando dell’assenza del presidente per motivi di lavoro. Dopo la morte di John, la FBI scrisse di questa frequentazione: «Il soggetto sembra trascorree tutto il suo tempo libero con la signora John F Kennedy. Pare che condividano la stessa suite in albergo».
Non erano nemmeno discreti, infatti una ex di Bobby li vide baciarsi mentre Jackie prendeva il sole in topless. Poi Bobby dovette interrompere la relazione, per potersi candidare alla presidenza, corsa finita con il suo assassinio nel 1968. Gli incontri di Jackie con Ted erano più seri e clandestini. Ted confidò ad un suo assistente: «Ne sono sempre stato innamorato, sin dall’inizio. Quando Jack è morto, sapevo che si vedeva con Bobby, ma questo non mi ha fermato. Bobby non poteva stare sempre con lei».
Se l’allora presidente andava a letto con Marilyn Monroe, Jackie si lasciava sedurre da Marlon Brando, come lui stesso ammise, ma anche da Gregory Peck, William Holden, e Frank Sinatra. Brando raccontò di essere stato invitato da Jackie nella sua casa di Washington:«Aspettava che io provassi a portarla a letto. Non feci la prima mossa, allora lei pose la domanda magica: “Vuoi passare la notte con me?».
Nel 1963, solo un mese prima che John fosse ucciso a Dallas, lei era stata in Europa con
Aristotele Onassis, che cinque anni dopo sarebbe diventato il suo secondo marito. Quando era First Lady rinunciava volentieri ai doveri per trascorrere lontano lunghi weekend a divertirsi. Se ne andava dal venerdì al lunedì e lasciava i compiti alla moglie del vicepresidente, Lady Bird Johnson.
Jackie amava gli uomini con i soldi, bere champagne e fumare tre pacchetti di sigarette al giorno, ma non si fece mai beccare con una sigaretta per tenere pulita la sua immagine. Intanto suo marito John andava avanti ad antidolorifici. Soffriva di emicranie, dolori alla schiena e sindrome di Addison (insufficienza surrenalica cronica), si tirava su con manciate di medicinali e cocktail di codeina e metanfetamina, ma niente di tutto questo trapelava. Fu lei a raccontarlo sempre come un uomo in salute, un cavaliere che prima di addormentarsi le cantava la canzone del musical ‘Camelot’. Tutto inventato perché alla gente piace credere alle favole. E questo nel film si dice.
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