Agostino oltre le «Confessioni»
- La Lettura
- Di MARCO RIZZI
La carriera d’insegnante e i conflitti con gli studenti, l’incontro con Ambrogio e il battesimo a Milano, la rinuncia ai beni e l’incarico di vescovo. Klaus Rosen racconta l’uomo nella sua epoca, non il maestro senza tempo
Sc r i ve re una bi ografi a di s a nt’Agostino è un impegno agevole e, al tempo stesso, oltremodo complicato. Nelle sue opere, Agostino offre una quantità rilevante di informazioni autobiografiche, a partire dalla descrizione nelle Confessioni dei suoi primi trent’anni circa di vita, culminati nella conversione e nel battesimo da parte di sant’Ambrogio. Si aggiunge poi la biografia che immediatamente dopo la morte, avvenuta nel 430, gli dedicò Possidio, suo amico e confratello vescovo. Questi curò anche un elenco ragionato di tutti gli scritti agostiniani, dalle omelie alle lettere, passando in rassegna tutte le altre opere e completando così il lavoro di revisione della sua immensa produzione, che Agostino stesso aveva iniziato nei due libri di Ritrattazioni, in cui ripercorreva i suoi scritti principali secondo l’ordine cronologico in cui li aveva composti, puntualizzava l’evoluzione del suo pensiero e correggeva minuziosamente errori o imprecisioni che vi aveva riscontrato. Per dare un’idea delle dimensioni della produzione agostiniana, le Ritrattazioni ricordano una novantina di titoli, per un totale di oltre duecento libri (il libro corrispondeva a una misura standard di materiale scrittorio, per cui la stessa opera si poteva estendere per più libri a seconda della sua lunghezza); Possidio, invece, elenca oltre un migliaio di scritti diversi, ma ammette di non essere riuscito a risultare del tutto completo.
Di fronte a questa mole di informazioni, il rischio per il biografo è quello di farsi condizionare dal taglio con cui lo stesso Agostino ricostruisce il suo percorso intellettuale e spirituale. Particolarmente insidiose risultano a questo riguardo le Confessioni, che rileggono la giovinezza dell’autore come una vicenda paradigmatica dell’agire provvidenziale di Dio in vista della salvezza del singolo e dell’umanità. Per questo, Agostino si sofferma a lungo su episodi e dettagli apparentemente marginali, mentre tralascia di fornire informazioni su avvenimenti e scelte che dovettero risultare di notevole impatto su di lui e sui suoi contemporanei. Ancora, la maggior parte delle ricostruzioni biografiche, antiche e moderne, si concentra sulla dimensione intellettuale e speculativa della vicenda di Agostino, considerato l’immenso influsso da lui esercitato sugli sviluppi del pensiero teologico e filosofico dell’Occidente: solo per fare un esempio, è a lui che dobbiamo l’espressione «penseguenze per tutta l’umanità.
Klaus Rosen, che è stato a lungo professore di storia romana all’Università di Pretoria in Sud Africa prima di terminare la sua carriera in Germania, offre una biografia di Agostino che, grazie alla particolare chiave di lettura scelta, riesce a sfuggire ad entrambi i rischi ora evidenziati. Rosen si concentra piuttosto sugli avvenimenti storici e gli influssi culturali che con ogni probabilità plasmarono Agostino, la sua dimensione privata e la sua proiezione pubblica, al di là di quanto lo stesso santo voglia ammettere o lasci comunque trasparire nei suoi accenni autobiografici. In questo senso, ad esempio Rosen colloca le informazioni contenute nelle Confessioni sullo sfondo della legislazione e dei ripetuti interventi politico-amministrativi che regolavano la vita degli studenti nelle città di provincia, come Tagaste, Madaura e Cartagine, dove studiò il giovane Agostino, come pure quella di professori e studenti nella capi- tale, Roma, dove invece la sua carriera di insegnante di retorica prese slancio, tra studenti indisciplinati e pagatori ancora peggiori. A Roma Agostino partecipò a un vero e proprio concorso per ottenere il posto di insegnante di retorica a Milano, dove allora risiedeva l’imperatore; tra le altre cose, la vittoria gli garantì il considerevole stipendio che era stato stabilito per legge nel 376 dall’imperatore Graziano per tutti gli insegnanti pubblici. Ovviamente il trasferimento a Milano nel 384 risultò decisivo per l’incontro con Ambrogio e la conversione, culminata nel battesimo di Agostino nella notte di Pasqua del 387.
Anche per il periodo successivo al ritorno in Africa, che vede lo sviluppo della carriera di Agostino come vescovo, scrittore e teologo, Rosen fornisce un ampio quadro di riferimento storico, entro cui devono essere collocati i molteplici riferimenti biografici sparsi nelle opere agostiniane. Quale filo conduttore, le Confessioni sono ora sostituite dalla biografia di Possidio, che prima di diventare a sua volta vescovo di Calama in Numidia, fu compagno di Agostino nel monastero da questi fondato accanto alla cattedrale di Ippona. Pure in questo caso, Rosen mette ad esempio in luce come la rinuncia ai propri beni da parte di Agostino a motivo della scelta monastica comportasse l’esenzione dai doveri civici e da ogni altra corvée mondana, che di per sé era concessa solo al clero ordinato, di cui Agostino entrerà a far parte solo in seguito e forse controvoglia. Insomma, una biografia di Agostino nel suo tempo, al di là dell’ombra intellettuale proiettata sui secoli a venire.
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