Oggi i cristiani ortodossi festeggiano la Pasqua.
Per capire le ragioni della differenza di date con la Pasqua cattolica, bisogna risalire al 4 ottobre 1582, quando papa Gregorio XIII con la bolla papale "Inter gravissimas" apportò la riforma del Calendario.
Papa Gregorio era bolognese e si chiamava Ugo Boncompagni, uomo allegro e molto vitale, uno studioso che prima di prendere i voti aveva insegnato materie giuridiche ed era anche diventato padre di un figlio. Durante il suo pontificato ispirò i progetti di un bel po’ di opere architettoniche e fece avviare la costruzione del Palazzo del Quirinale. Ma il suo nome è soprattutto legato alla riforma del Calendario.
L’antico Calendario era del tutto sfasato rispetto al percorso del Sole. Andava assolutamente modificato. Prima di prendere una decisione, Papa Gregorio formò una commissione di specialisti, lui la chiamò congregazione. L’uomo di maggior prestigio che ne faceva parte era il gesuita tedesco Cristoforo Clavio, astronomo e grande matematico. Tradusse gli Elementi di Euclide in latino. A sua volta Matteo Ricci, missionario in Cina e allievo di Clavio, dal testo latino ricavò una traduzione in lingua cinese. Di conseguenza i matematici cinesi ebbero l’opportunità di studiare la geometria euclidea grazie a padre Clavio che aveva reso il testo comprensibile a Ricci.
Non è casuale se fra gli astronomi e i matematici scelti dal Papa per studiare la questione del Calendario c'erano padre Clavio e altri gesuiti. Appartenevano a un ordine religioso molto esperto in dispute ideologiche e scientifiche perché una delle regole che il fondatore della Compagnia di Gesù, Ignazio di Loyola, aveva imposto ai suoi seguaci era lo studio e la conoscenza.
Tornando alla questione del Calendario. Il vecchio Calendario non funzionava più perché risaliva a vari secoli addietro e si basava su calcoli poco precisi. Era il Calendario giuliano, così definito perché lo aveva promulgato Giulio Cesare.
Nell’Antica Roma vigeva fin dai tempi di Numa Pompilio un Calendario lunare, basato appunto sulle fasi della Luna che, come sappiamo, si svolgono in un arco di tempo inferiore al mese. Questo aveva provocato con il volgere dei decenni uno scarto di alcuni mesi rispetto alla reale posizione del Sole. Allora Giulio Cesare, come ci informa Plinio il Vecchio, decise di porci rimedio e nel 46 avanti Cristo cambiò tutto, spostando il Calendario di tre mesi in avanti per allinearlo alla posizione del Sole. Il nuovo Calendario non era più collegato alle fasi lunari, ma si basava sulla cadenza delle stagioni. Aveva, però,un grosso difetto, risultava leggermente più lungo rispetto al cammino del Sole.
Il 21 marzo 1581 papa Gregorio, su consiglio degli astronomi della commissione, andò a verificare di persona l’immagine luminosa del Sole che doveva cadere su un punto centrale della meridiana che quel giorno indicava l’equinozio di primavera. Invece il raggio toccava un punto lontano ben 60 centimetri dalla linea del vero equinozio.
Dai tempi di Giulio Cesare, un pezzetto ogni anno, il tempo era scappato in avanti di 10 giorni. In pratica l’equinozio era avvenuto 10 giorni prima. Non era solo un inconveniente che si rifletteva sullo svolgimento della vita civile,ma era soprattutto un grave problema religioso, perché la Pasqua cadeva sempre più in anticipo e tutte le festività più importanti finivano con l’essere celebrate in date sbagliate.
Il Papa si convinse e decise di rimettere in ordine l’andamento del tempo cancellando 10 giorni. Nel 1582 si saltò dal giovedì 4 ottobre al venerdì 15 ottobre, senza alterare la regolare successione dei giorni settimanali.
La cadenza di mesi e anni avviene ancora oggi secondo il Calendario gregoriano che rimarrà valido per almeno altri 4.700 anni prima di rendere necessario un aggiustamento.
La Chiesa ortodossa della Russia e di alcuni altri Paesi non ha mai voluto adeguare il vecchio al nuovo Calendario ed ecco la ragione per cui festeggia la Pasqua in una data diversa da quella cattolica e invece del 25 dicembre festeggia tuttora il Natale il 7 gennaio.
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