Oggi i fedeli implorano qualche santo o la Madonna quando chiedono un intervento miracoloso.
In tutte le epoche si è creduto che ci fossero personaggi, terreni o divini, con capacità straordinarie, in grado di procurare benefici ai bisognosi. Un tempo si attribuiva ai re la facoltà di guarire gli ammalati. Siccome si diceva che la corona gli era concessa per grazia divina, si pensava che, attraverso il loro tocco miracoloso, potessero compiere prodigi.
Se dobbiamo prendere per buono il racconto biblico, il primo grande miracolo si verificò quando il Mar Rosso si aprì per far passare gli Ebrei.
I testi dell'Induismo contemplano un miracolo analogo: la divinità gettò un ponte sull'oceano per far passare l'esercito dell'eroe Rama. In varie religioni si trovano storie di miracoli abbastanza simili. Oggi gli indù attribuiscono miracoli soprattutto a Ganesh, il dio con la testa di elefante.
Nell'Antica Grecia ci si aspettavano portenti dagli eroi, considerati di stirpe divina. Nel luogo della loro sepoltura venivano venerati come protettori, stessa cosa accade oggi coi santi. Gli eroi venivano considerati guaritori, capaci di pronunciare oracoli, di far crescere le messi e far prosperare il bestiame.
La credulità umana non ha limiti.
Ma un miracolo, cioè un evento assolutamente inspiegabile, è davvero possibile? Se tu credi in Dio, ragionava il filosofo Emanuele Severino, devi accettare le cose così come lui le ha stabilite. Non puoi chiedergli di modificarle. E' quello che sostiene anche il teologo cristiano Hans Küng, il quale spiega che le leggi naturali sono inviolabili e quindi i miracoli sono impossibili.
Thomas Paine, politico e filosofo, riteneva che "tutti i racconti di miracoli, di cui l'Antico e il Nuovo Testamento sono colmi, sono adatti solo a impostori che predicano e sciocchi che credono".
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