Vito Mancuso
«Il desiderio di collocare se stessi al di là del bene e del male avvince la mente contemporanea perché costituisce la massima realizzazione della potenza dell’ego nel suo sogno di non dover rendere conto a nessuno, non solo ovviamente agli insegnamenti delle religioni, ma neppure agli ideali etici da sempre venerati dall’umanità e posti alla base della coscienza morale universale. L’anima contemporanea vuole un’esistenza “al di là del bene e del male” per esprimervi tutta la sua volontà di potenza e godere di sé e di nient’altro che sé. Non comprende però che questo mito dentro cui ritiene di muoversi da padrona è in realtà un miraggio che l’imprigiona, un sogno seducente ma falso.
-
Il profeta del mito dell’al di là del bene e del male è ovviamente il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, il cui saggio omonimo è del 1886. Contro Platone, contro Gesù e contro Kant, da lui considerati «idioti» perché pensavano l’esistenza alla luce dell’ideale del bene, Nietzsche volle pensare in base al corpo e alla sua vitalità. Questo punto di vista l’ha reso il filosofo più influente del nostro tempo, portatore di un pensiero terreno che intende sorgere dalla biologia e tornare alla biologia, rafforzando ed esaltando il fenomeno bíos in tutti i suoi aspetti, la cui caratteristica peculiare viene individuata da Nietzsche nella volontà di potenza e di imposizione di sé. Per questo, al fine di essere coerenti con la vita, per lui occorre varcare il confine di quel territorio per uomini liberi e forti al di là del bene e del male, abbattendo il confine della morale che non è altro che una fittizia costruzione dei deboli divenuta una costrizione dei forti.
-
Nietzsche ha voluto pensare con il corpo ma è proprio il corpo a imporre con la sua esistenza una precisa fisiologia da cui discende una logica naturale in base a cui vi sono alimenti, bevande, temperature, abitudini eccetera, che producono bene e altri che producono male. È proprio il pensare a partire dal corpo a farci comprendere che tutte le cose sottostanno inevitabilmente alla legge del bene e del male, la quale è anzitutto fisica, chimica, biologica. Lo stesso vale per la dimensione psichica e la dimensione spirituale della vita, con la libertà che ora agisce bene, ora agisce male, alimentando una cronaca buona e una che non lo è, una politica buona e una che non lo è, un’economia buona e una che non lo è, e così per tutte le realtà vitali. Volenti o nolenti, in ogni dimensione dell’esistere siamo rimandati inevitabilmente all’esperienza del bene e del male».
Nessun commento:
Posta un commento