Alfredo Morosetti
Per lo più l'atteggiamento mentale del mezzo studiato nei confronti dell' "efficienza" è di idolatrica ammirazione. Si sottomettono ad essa come i devoti al dio Baal, davanti alla sua bocca di fuoco. E' il bene assoluto, la chiave di volta per un mondo "civile" - si, si esprimono così. Ma l'efficienza cosa è? La concretizzazione pratica della volontà di potenza. Il suo passaggio dalla forma astratta a quella concreta. E la volontà di potenza cosa è? E' il desiderio di ridurre quanto ci circonda al nostro volere. E' volere che il flusso delle cose - e nelle cose ci sono certamente anche i desideri altrui - segua il nostro volere. La volontà di potenza è volontà di volontà, ossia volere che la volontà sia il metro e la misura del mondo che abitiamo. Vogliamo andare a New York in fretta? Ecco l'aereo. Vogliamo guarire la malincolia? Ecco la pillola. Vogliamo liberarci della moglie? Ecco il divorzio. Ogni desiderio e ogni aspettativa si trasforma in una tecnica, in un mezzo. Ci unisce all'oggetto del nostro desiderio, tramite un macchinismo astratto, che può essere di natura estesa (apparecchio di qualche tipo) o semplicemente logico-formale come il diritto o le tecniche di persuasione di massa. Ad esempio puoi vedere con facilità quanto qualcuno è soggetto alla volontà di potenza altrui, semplicemente osservando come parla. Quanto più sono le parole che gli suggerisce la volontà di potenza del sistema di persuasione di massa (ad esempio, quanto più usa l'insensata parola "iconico" oppure altre espressioni demenziali studiate e imposte alla mente passiva del povero diavolo) e tanto più sai con chi hai a che fare.La domanda allora diventa: quanto più la volontà di potenza guida il nostro mondo e la nostra vita in particolare, tanto più siamo liberi e padroni di noi stessi? Bene facciamo una considerazione elementare. Tutti abbiamo un orologio, ogni istante del flusso sociale è sotto la rete del tempo degli orologi che ordina la più parte delle azioni e delle attese. Così sappiamo a che ora dobbiamo essere al nostro scalmo della galera, chiamata anche ufficio, sappiamo in ogni istante quanti chilometri e quanto tempo manca per raggiungere la meta, sappiamo a che ora parte il treno per Vimercate... insomma l'orario, la definizione tecnica e precisa dell'orario scandisce l'organizzazione stessa della nostra giornata e ci appare, spesso senza essere perfettamente coscienti, come un incubo. Fino al secolo XIX, pochi avevano un orologio personale, la maggior parte si basava, per scandire la sua giornata, sul sole e sulla memoria del suono della campane. Insomma al mattino, pochi sapevano con esattezza quanti minuti o ore mancavano al mezzogiorno e il tramonto diceva a tutti che la giornata era finita. Era il mondo dell'approssimazione e della valutazione soggettiva del tempo. Ma gli uomini che vivevano in quel contesto era più liberi o meno liberi di quelli che hanno il cronometro al polso e, ancora, era più o meno padroni del loro tempo? Se uno ci riflette arriva di sicuro a conclusioni incompatibili con la vulgata di senso comune. Insomma tanto più il sistema è efficiente, tanto più l'organizzazione dell'ordine sociale è geometrica, tanto meno il singolo soggetto è un libero soggetto e tanto più il sistema diventa il vero soggetto che domina le relazioni sociali. Il socialismo è il portato necessario dell'efficienza o, se preferite, della volontà di potenza. Se però riflettete ancora un attimo dovreste ricordare che per secoli e secoli i Cristiani hanno invocato il Signore con la frase: "sia fatta la tua volontà non la nostra". Così sappiamo dove ha origine la natura criminale del mondo in cui siamo: l'aver ribaltato l'ordine morale della Creazione, avere preteso che la creatura fosse libera di volere quello che voleva.
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