lunedì 23 ottobre 2023

IL DISPREZZO PER LA DEMOCRAZIA DI ANTONIO GRAMSCI

Antonio Gramsci che ha pagato per le sue idee con la sofferenza del carcere, lunghi anni, quasi tutta una vita rinchiuso in gattabuia, è una cosa; Antonio Gramsci degli scritti sociologici dell'Italia del suo tempo, ancora oggi utilissimi per definirne il carattere, nello scorrere della storia d'Italia, è un'altra cosa; ma Antonio Gramsci è davvero letto dai suoi estimatori che lo citano anche online come un santino del socialismo che non fu?

Gramsci odiava la piccola e media borghesia, e scrisse che i commercianti di città, i piccoli proprietari "sono la classe più vile, la più inutile, la più parassitaria, corrotta, dissoluta, putrescente, servile...È gente che va espulsa dal campo sociale, come si espelle una volata di locuste da un campo semidistrutto, col ferro e col fuoco".
(Forse questa "classe" sociale citata da Gramsci ha letto davvero questo passaggio, questo giudizio senza speranza, e così sta politicamente vicina alla sinistra politica come un'ancora di ferro pesante sta a galla nel mare).
Poi ci sono "I Quaderni del carcere", diari e appunti, annotazioni che Gramsci iniziò a scrivere nel febbraio del 1929. Li ho ripresi in mano dopo vari anni. Nei "Quaderni" la dittatura è considerata un sistema di governo necessaria, poiché piega la resistenza delle classi borghesi al benessere collettivo delle classi subalterne. Il partito comunista è elevato a Principe, al quale sta il compito di "disciplinare", "ordinare", "selezionare", ogni settore della vita pubblica, culturale, scientifica, artistica, economica. Bisogna conquistare l'egemonia. Prima della signora Meloni e dei suoi Fratelli d'Italia a cui sta a cuore l'egemonia culturale, televisiva, era il Partito Comunista di Gramsci e Togliatti ad avere questa fissa, necessaria per scolpire l'uomo nuovo, l'italiano nuovo.
Sugli "Scritti giovanili 1914-1918" (l'edizione che possiedo, è del 1975, Einaudi) c'è l'opinione del giovane Gramsci sulla democrazia, il liberalismo (che non mi risulta da lui cambiata nel tempo) in uno scritto del 1918 che apparve su "Il Grido del Popolo".
"La democrazia- scrive Gramsci- ha una funzione morbosa, di confusionismo, di scrocco, di predicazione della incoerenza. È impaludamento, più che effettivo progresso".
Non mi stupisce, quindi, della destra italiana l'interesse alle opere di Antonio Gramsci.
Il suo giudizio sulla democrazia, il liberalismo non e' così difforme da quanto dicono o scrivono i populisti destrorsi delle autarchie, o "democrazie autoritarie" dei tempo d'oggi in Europa orientale.
Ora le democrazie rappresentano una piccola parte del globo, minoritaria, che tende a rimpicciolirsi, e sono sotto costante attacco, esterno e dalle quinte colonne che lavorano a corroderla internamente. Ci si domanda dove andremo a parare di questo passo, con vari nemici delle democrazie: esterni e interni; e a che serve riempire le strade d'Italia di figure umane e politiche di cui si è letto poco o nulla, e di cui si fa un gran parlare senza l'umiltà e la fatica necessaria che si deve fare prima di proferir giudizio e dire tante belle cose, senza dirle tutte.
.

Nessun commento:

Posta un commento

VAN GOGH

  Se oggi conosciamo e ammiriamo Vincent van Gogh, lo dobbiamo a questa gentile signora, sua cognata. La tragica storia di Vincent Van Gogh ...