Un italiano che valeva, secondo il suo superiore, "quanto tre uomini che si possono trovare qui in America". E, a quarantotto anni dalla sua morte, l'abilità come costruttore di Luigi Del Bianco viene premiata con una cerimonia all'interno del parco nazionale ai piedi del Monte Rushmore, dove è stato nominato " capo intagliatore" di fronte alla famiglia.
La celebre montagna in Dakota del Sud raffigura quattro presidenti degli Stati Uniti d'America che hanno contribuito a migliorare il Paese. Un massiccio di granito scolpito a partire dal 1927 e terminato nel 1941, dove i visitatori possono osservare i visi di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln.
Immagini di Luigi Del Bianco durante la creazione del Mount Rushmore, dal sito Luigimountrushmore.com, curato dal nipote Lou
Originario di Meduno, in provincia di Pordenone, Friuli, Luigi Del Bianco nacque a La Havre, in Francia. Studiò a Vienna e a Venezia, poi ricevette una lettera da un cugino che abitava nel Vermont. In America c'era lavoro: e così, a soli 17 anni, il giovane si imbarcò. Fu fortunato: dopo alcuni lavoretti e dopo la guerra, il cognato gli procurò un impiego nel cantiere del Monte Rushmore.
Tra i 400 carpentieri, a Del Bianco era stato affidato l'incarico di dar vita alle espressioni dei volti. Un compito sicuramente complicato e molto importante, che l'uomo svolse con una maestria riconosciuta sia dai suoi colleghi che dal responsabile dei lavori Gutzon Borglum che, secondo le testimonianze "non avrebbe affidato a nessun altro questa mansione". La sua abilità gli permise di "avanzare di grado" rispetto agli altri lavoratori. Del Bianco divenne il portavoce del gruppo ed era proprio lui a parlare direttamente con Borglum per dargli informazioni sulle attività previste, mentre dava vita a una piega delle labbra di Jefferson o allo sguardo di Washington. Un ruolo che solo ora viene riconosciuto ufficialmente dalle autorità del National Park Service americano, che gestisce il sito: la montagna dei presidenti, fino a l'altro ieri, veniva presentata come un lavoro di gruppo. Anche se l'immagine di Luigi era già ben visibile all'interno del Visitor Center di Monte Rushmore.
Fu proprio l'intagliatore a ricordare le difficoltà del suo ruolo, in un'intervista all'Herald Statesman nel 1966: "Potevo vedere solo da dove mi trovavo ciò che stavo facendo, ma l'occhio di Lincoln doveva sembrare giusto da molti chilomentri di distanza. Conosco ogni linea e cresta, ogni piccolo urto e tutti i dettagli della sua testa".
"Tutte le persone che osservano il monumento mi dicono che c'è umanità in quel granito" è il commento soddisfatto di Lou Del Bianco, nipote di Luigi. Che, assieme al resto della famiglia, da anni ha chiesto che il nonno potesse ottenere un riconoscimento. Quand'era bambino Lou ha ascoltato i racconti dell'intagliatori e, una volta cresciuto, ha fatto ricerche e raccolto testimonianze per dimostrare che probabilmente l'attività del parente doveva essere ricordata. Aprendo anche un sito che ripercorre la sua storia.
Ora gli eredi di Luigi Del Bianco possiedono una targa che ricorderà che il nonno ha avuto una parte da protagonista nella storia del monumento americano. "Il Monte Rushmore e i suoi volti resteranno qui finché il vento e la pioggia li porteranno via" disse una volta il progettista Gutzon Borglum. Silenziosi testimoni della bravura di Luigi Del Bianco.
Il Monte Rushmore
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