giovedì 1 agosto 2024

UMANITA'

 Viviamo nell’epoca della religione dell’Umanità. Un ente di ragione, “l’Umanità”, è stato eletto a Divinità capace di dar senso alla vita di ciascuno di noi. Naturalmente non esiste alcuna Umanità, si tratta appunto di un’astrazione generata da un’allucinazione ideologica. Esistono solo singoli uomini e ciascuno di essi crede e vuole essere una “persona” ossia un soggetto, la cui individualità è unica e irripetibile, ossia qualcosa che non può essere ridotto nemmeno al concetto biologico di specie. Si dà per scontato che ogni singolo uomo appartenga alla specie “uomo”, ma ciascun uomo ritiene - e secondo la tradizione filosofica Giudaico-Cristiana, a ragione -, di essere una specie a se stante, un caso a parte.

Che si viva sotto l’occhio ideologico della religione dell’umanità, lo prova l’organizzazione imperialistica dell’Unesco, quando redige il catalogo dei siti “Patrimonio dell’Umanità”, quasi che l’Umanità, meraviglioso Architetto dell’Universo, avesse operato nel corso dei millenni per erigere una serie di straordinarie opere di sapienza architettonica per celebrare la gloria di se stessa.
Si tratta ovviamente di una miserabile truffa ideologica sia per quanto riguarda il contenuto concettuale di cui vuole farsi promotrice, sia per lo scopo finale per cui è stata costruita questa miseranda farsa ideologica. Non esiste alcuna storia del genere umano che, magari per strade diverse, ha comportato uno forzo collettivo, unitario e intrinseco alla specie, atto a estrinsecare le potenzialità espressive tese a rendere manifeste le potenzialità - si suppone divine - della specie. Solo eventi che sono espressione di un certo modo di adattarsi all’ambiente naturale ed esprimere in quella determinata forma il modo di dare senso all’ordine sociale e, al tempo, del rapporto in cui quel mondo ha pensato il rapporto fra il finito e l’infinito.
Per quanto concerne il fine per cui si è costruita questa miserabile truffa, la ragione è semplice: l’umanità, dopo un lungo processo di fraintendimenti e follie, è finalmente rappacificata con se stessa nella sua interezza e può vedere, nelle opere costruite nel corso del tempo,il faticoso processo che ha visto questa entità divina scoprire se stessa come ente universale, la cui essenza è quella di trovare, in un contesto finalmente libero da superstizioni e pensieri sbagliati, la comune volontà di dare forma al mondo secondo quanto ragione e scienza impongono per la loro superiore capacità di essere il bene e il vero.
In pratica è l’ideologia dell’imperialismo americano. E’ l’imperialismo americano che immagina,in primo luogo, un mondo completamente unificato secondo i parametri della sua visione del mondo, ossia un mondo vive all’americana, che sogna all’americana, che gode (sai che godimento) all’americana, che pensa all’americana, che interpreta il segreto dell’esserci all’americana.
Si tratta dunque di un mondo unificato in una società di mercato globale, che vive di merci e pensa tutto in termini mercificati - cioè quantitativi, che si raffigura la narrazione letteraria per fumetti e immagini - in particolare film (perché solo gli americani hanno fatto film visibili? Perché si è sempre trattato sempre e solo di immagini spesso di intensa potenza spettacolare. Gli Europei hanno tentato di fare film ma sono sempre risultati brutti e noiosi, tipo la Corazzata Potijomkim o il Posto delle fragole o la Dolce vita, perché hanno pensato il film come sostituito del romanzo e dunque lo hanno caricato di significati esistenziali, letterari, filosofici, generando così un aborto. L’immagine non regge il concetto e dunque, per un verso è più potente, perché ha un potere intrinseco di suggestione inconscia e, per altro, ha un potere instupidente, proprio perché non chiede, anzi rifiuta, di essere pensata). E’ un mondo unificato dal potere della tecnica e dall’idea di un progresso materiale illimitato, quello che in piccolo fa sognare all’impiegato l’aumento di stipendio e in grande al manager il raddoppio della produttività e delle vendite. Naturalmente la religione dell’umanità si deve reggere su valori e desideri universali, ma questi, per potere essere universali, non possono essere che quelli, per la legge del minimo comune denominatore, più elementari e immediati: un posto di lavoro (uno stipendio), una vita salubre, una serie piacerini alla portata di tutti (pizza, pompino, serata al cinema, birra tifo e stadio, barbecue, vacanze al sole, un’auto, sentirsi buoni e adottare un bambino a distanza, possibilmente essere esentati dal morire).
La religione dell’umanità non è una novità. E’ stata istituita, e questo è davvero stupefacente, esattamente identica nei contenuti, nelle forme e nelle attrezzature nel mondo antico. Assolutamente identica a quella americana quando l’imperialismo romano unificò il Mediterraneo e il nord Europa e concepì la cosa come l’unificazione definitiva del mondo. Ma di questo un’altra volta.

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