Molta gente, nella sua beata ingenuità, si domanda sbigottita: ma allora chi comanda? E scopre che nessun leader davvero comanda, ovvero che a comandare è un insieme di relazioni strutturate e che l’idea che ci sia un capo supremo che avrebbe poteri illimitati di decisione, una fantasia senza costrutto. Ovvero che il leader serve al sistema per saturare l’immaginazione infantile dei sudditi. Del resto, se riflettessero, sarebbero contenti che un uomo al quale un ufficiale al seguito porta dietro una valigetta che in realtà è un computer e che, una volta aperta e schiacciato un pulsante rosso, il mondo sarebbe incenerito? Sarebbe tranquillizzante sapere che un singolo uomo ha il potere insindacabile di decidere se fare saltare il mondo o meno?
Questo non è un vero blog, è una raccolta casuale di scritti, alcuni anche miei, che ritengo valga la pena di leggere. Andromeda fa riferimento a due categorie fondamentali, il mito e la cosmologia. Nella mitologia, Andromeda era una giovane sacrificata dal padre Cefeo e dalla madre Cassiopea per placare un mostro marino. La Galassia che porta il suo nome è destinata a fondersi in una spaventosa collisione con le Galassie vicine, fra cui la nostra Via Lattea.
lunedì 22 luglio 2024
CHI COMANDA
Persino i mitici re e imperatori dell’antichità decidevano solo dettagli. Ad esempio Alessandro Magno, il modello del conquistatore per eccellenza, cosa decise in realtà? Qualche piccola follia, ma sostanzialmente condivisa o semplicemente tollerata dal suo stato maggiore. L’invasione della Persia era un progetto elaborato e approvato dalla corte reale macedone, al tempo di suo padre Filippo. La fattibilità era stata valutata dai grandi feudatari e potenti signori di corte che gli furono accanto. Forse qualcuno era contrario, ma la maggioranza nel suo complesso lo valutò un rischio che valeva la pena correre. In caso contrario non ci sarebbe stata alcuna invasione della Persia. Il geniale piano della battaglia di Gaugamela, attribuito ad Alessandro, fu possibile metterlo in atto perché sostanzialmente lo stato maggiore lo trovò una soluzione rischiosa ma possibile per sfuggire alla sovrastante superiorità numerica dell’esercito persiano.
Perché Mussolini finì nelle mani di Hitler che, personalmente, detestava? Perché con la guerra di Abissinia si era cacciato in un vicolo cieco. Isolato sul piano internazionale, privo di materie prime bloccate dalle sanzioni, spaventato dalla forza militare dimostrata dalla Germania hitleriana che lasciva supporre potesse diventare la potenza dominante dell’Europa nel giro di pochi anni, Mussolini vedeva il regime sull’orlo del tracollo e, con lui, tutti quelli che di quel regime erano il ceto dirigente e furono loro a decidere che,morti per morti, valeva la pena di correre il rischio di salire sulla barca offerta dalla Germania. Franco, di contro, che non aveva nulla da guadagnare con un’alleanza rischiosa con Hitler, ringraziò per l’aiuto durante la guerra civile senza però allearsi con la Germania, e salvò la Spagna dalla guerra.
La funzione del capo non è decisionale,ma rituale simbolica. E’ l’esteriorizzazione del fatto che il sistema ha un’unità, un centro, una visibilità che mostra a tutti i sudditi che si è parte della medesima ruota. In pratica è il punto di convergenza di tutti i raggi della ruota nel medesimo asse.
E le decisioni chi le prende? L’apparato o meglio gli apparati, i quali sono organizzati per gestire l’ordine sociale nei modi stabiliti e per prendere le decisioni che di volta in volta si ritengono utili a conservare o rafforzare l’insieme di fenomeni sociali a cui ciascuno di essi è preposto. Prendiamo ad esempio F.B.I, il cui scopo istituzionale è proteggere la sicurezza politica dell’Unione. L’agenzia si dota di personale e di centri operativi destinati a portare avanti l’incombenza. In primo luogo si trasforma in un sistema organizzato di spionaggio permanente dei sudditi, grazie alle informazioni rilevate, agisce di conseguenza, arrestando o denunciando sospetti e situazioni sospette. Le informazioni di cui dispone sono ovviamente segrete e l’insieme delle stesse sono conosciute da pochissimi capi dell’organizzazione stessa. Sta a loro decidere quali far saper al Presidente e al Congresso. Alcune le nasconderà, altre le utilizzerà, sia per la sicurezza della nazione sia per aumentare la propria rilevanza nei processi decisionali generali della nazione. Così argomentando su rischi che derivano da fatti pericolosi rilevati, otterrà leggi sempre più estese che ampliano i suoi poteri di indagine e di intervento. Un numero sempre più vasto di crimini entreranno sotto la sua giurisdizione, sempre più ampie facoltà di azione saranno ad essa attribuite. E così l’ F.B.I., da cane da guardia diventa il padrone del suo guardiano. Lo stesso per quanto riguarda il Pentagono, la Nasa, le grandi industrie militari e, sebbene con modalità diverse, ma analoghe, il sistema della comunicazione di massa, il sistema finanziario, le grandi industrie ad alta tecnologia, le scuole, l’apparato ospedaliero, lo sport, l’industria dell’intrattenimento.
La società è questo, un intreccio complesso di apparati di gestione e di comando che s’intrecciano e si scontrano o s’incontrano, situazione per situazione. E il Presidente? A farsi fare pompini sotto il tavolo.
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