domenica 26 agosto 2012

LEGGE ELETTORALE E FURBETTI

Il grande problema dei politici in questa fase è come farci votare. Lavorano a una nuova legge elettorale. Inutile dire che la studiano in modo che sia a loro utile, che salvi le loro poltrone. Il problema di noi elettori invece è chi votare. Certamente nessuno di quelli che oggi siedono in Parlamento. Che cosa hanno dato finora al Paese personaggi come Bossi, Bersani, D'Alema, Veltroni, Berlusconi, Cicchitto, Casini, Fini e compagnia? Hanno fallito. Ma non demordono. Attaccati alle poltrone peggio delle vongole inchiodate agli scogli.

giovedì 23 agosto 2012

REGIONI SPENDACCIONE

Quando un'azienda privata va in crisi licenzia i dipendenti. Al contrario, le Regioni e i Comuni, pur affogando nei debiti, distribuiscono soldi allegramente. Invece di aggredire i debiti riducendo le uscite e il personale, aumentano le tasse. E il disprezzo popolare cresce.

FORMIGONI IL SANTO

Sono mesi che il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni proclama la sua innocenza e grida al complotto. Lui giura che è pulito, un angelo. Quello che Formigoni non ha capito è che un politico ormai è colpevole per definizione. Se la magistratura accusa un politico, di destra o di sinistra, di aver intascato mazzette di danaro o di aver commesso qualche abuso, io ci credo subito. Secondo me, un politico non è mai al di sopra di ogni sospetto. Un mio amico magistrato che aveva abbandonato la toga e si era fatto eleggere in Parlamento mi disse che continuava a definirsi magistrato, perché si vergognava di essere identificato come un politico. Temeva che la gente, sentendo che era un politico, avrebbe pensato male di lui. Un'ultima cosa: Formigoni a dimostrazione della sua "santità", ci fa sapere che il Papa prega per lui. E a noi che ce ne frega?

sabato 18 agosto 2012

IL PAPA E LA MADONNA

Parlando dell'assunzione al cielo della Madonna, papa Benedetto XVI ha detto che Maria "è vicina, può ascoltare, può aiutare, è vicina a tutti noi". La Madonna "non va su una galassia sconosciuta" ma "è vicinissima a noi, ad ognuno di noi". Beato lui che ci crede. La storia della Madonna è l’esempio clamoroso di come s’inventa un mito. Paolo di Tarso, l’autore cristiano più antico, le cui lettere risalgono agli anni 50, non riserva particolare attenzione a Maria. Il Vangelo di Matteo, composto dopo il 70, ricorda che nel Vecchio Testamento il profeta annuncia che “la vergine concepirà e partorirà un figlio”. Quella profezia, dunque, si avvera in Maria. Pur dando vita al figlio Gesù, rimane vergine. In realtà la storia di Maria Vergine è frutto di un equivoco. Tre secoli prima dei Vangeli, il Vecchio Testamento era stato tradotto dall’ebraico al greco. Nella traduzione la parola “fanciulla” era diventata “una vergine”. Ma nelle cose religiose la ragione non conta, prevale l’emozione. La favola della Vergine Maria conquistò i cuori e nel 553, al secondo concilio di Costantinopoli, i religiosi proclamarono la “verginità perpetua” della madre di Gesù. Ma i Vangeli dicono che Gesù aveva altri fratelli. Maria li mise al mondo rimanendo ancora vergine? La Chiesa, per salvare il dogma della verginità perpetua, li spaccia per cugini. Lo scozzese Giovanni Duns Scoto, teologo e filosofo, detto il Dottor Sottile, se ne inventò un’altra. Verso il 1300 affermò che Maria era una creatura di purezza assoluta perché era stata concepita senza il peccato originale. Era nata la dottrina dell’Immacolata concezione. Duns Scoto non spiegò come aveva appreso la grande notizia. Si è però guadagnato la riconoscenza di due papi. Il primo fu Pio IX che nel 1854 innalzò l’Immacolata concezione a dogma di fede. L’altro fan del filosofo scozzese è stato papa Wojtyla, acceso sponsor della Madonna. Nel 1993 rese Duns Scoto beato. Mica è finita. Nel 1950 papa Pio XII fece un altro straordinario annuncio. Sentenziò che al momento della morte Maria volò in cielo anima e corpo. E’ il dogma dell’Assunzione in paradiso. I cattolici sono tenuti a credere che una signora in carne ed ossa vaga per i cieli sulle nostre teste.

L'Europa vista da Samoa

Nel 1981 quel genio dell’editoria che fu Mario Spagnol pubblicò Il papalaghi (Longanesi), un delizioso libro in cui un capo delle isole Samoa, dopo un viaggio in Europa, racconta allibito ai suoi conterranei come vive il papalaghi, l’uomo bianco. Rileggerlo oggi è come ascoltare una salutare lezione antispread. Quando gli europei “hanno desiderio di boschi e di sole e di molta luce – spiega il capo Tuiavii - questa in generale è considerata una malattia”. Se a un europeo parli di Dio, lui “sorride della tua ingenuità”. Ma quando gli allunghi “un tondo pezzo di metallo o una grande carta pesante, subito i suoi occhi s’illuminano”. Il denaro è il suo Dio. “Tutti i bianchi pensano ad esso, anche quando dormono”. Se chiedi a chi ha molto denaro cosa vuole farne, risponde: “Voglio averne ancora di più. E così ben presto ti avvedi che il denaro lo ha fatto ammalare”. L’uomo ricco è onorato, “non per la sua persona ma per il suo denaro”. L’uomo bianco “non ha mai tempo”. Consuma i suoi anni migliori a “riempirsi la testa di conoscenza”, ma è infelice, i suoi occhi sono “opachi e spenti e stanchi, mentre i vostri brillano della grande luce”. L’europeo dice “tutto è mio”, gli alberi, la terra, il cielo. Regna la paura e la lotta “fra coloro che hanno un piccolo mio e coloro che si sono presi un grande mio”. L’Europa è il luogo della “falsa vita”. Invece di godersi la natura, l’uomo bianco distrugge “le cose del Grande Spirito e fa credere di essere lui il Grande Spirito perché sa fare tante cose”. Fa sempre cose nuove e “tutti vogliono avere le cose nuove”. Ma il bisogno di cose “è grande povertà”. Ora, teme il capo Tuiavii, vogliono portare “a noi le loro cose”. Dicono: “Dobbiamo creargli dei bisogni”. No, le cose sono “frecce avvelenate”. Non le vuole il grande capo: “Dio aiutaci affinché la luce non ci accechi e non ci conduca nello smarrimento”.

VAN GOGH

  Se oggi conosciamo e ammiriamo Vincent van Gogh, lo dobbiamo a questa gentile signora, sua cognata. La tragica storia di Vincent Van Gogh ...