giovedì 31 gennaio 2019

Papa Bergoglio e il suo passato

Marcello Veneziani per “la Verità”

EMIDIO NOVI - LA RISCOSSA POPULISTAEMIDIO NOVI - LA RISCOSSA POPULISTA
C'era una volta in Argentina un gesuita, Jorge Mario Bergoglio, che era schierato contro la teologia della liberazione, vicina al castrismo e negli anni Settanta aderì alla Guardia de hierro, un'organizzazione peronista, di stampo nazionalista, cattolica, ferocemente anticomunista. In quegli anni a chi gli faceva notare che l'organizzazione a cui aderiva si richiamasse alla Guardia di ferro, il movimento romeno del comandante Corneliu Zelea Codreanu, nazionalista e fascista, Bergoglio replicava: «Meglio così».

Della sua vicinanza alla Guardia de hierro ne parlò dopo la sua elezione il quotidiano argentino Clarin, mentre a Buenos Aires apparivano manifesti che ricordavano Bergoglio peronista. Per la cronaca, la Guardia di ferro era un movimento di legionari, molto popolare in Romania negli anni Trenta, ritenuto antisemita e filonazista, di cui si innamorarono in molti, non solo in Romania. Uno di questi fu Indro Montanelli che pubblicò sul Corriere della Sera una serie di entusiastici reportage pieni di ammirazione per Codreanu, nell' estate del 1940, a guerra inoltrata, smentendo la sua tesi postuma che dopo il 1938 si fosse già convertito all'antifascismo.
EMIDIO NOVIEMIDIO NOVI 

Testi ripubblicati di recente, Da inviato di guerra: lo squadrismo rumeno (edizioni Ar). Evidentemente anche nell'Argentina dei Perón il mito di Codreanu, barbaramente assassinato, e del suo integralismo cristiano, aveva proseliti. Nel 1974, dopo la morte di Juan Domingo Perón, il movimento legionario si sciolse.

Era un gruppo di 3.500 militanti e 15.000 attivisti. Si opponevano ai guerriglieri di sinistra, peronisti infiltrati dai castristi, seguaci di Che Guevara; loro erano, per così dire, l' ala di estrema destra del giustizialismo. Il gruppo della Guardia de hierro era stato fondato da Alejandro Gallego Alvarez. Era un movimento che teneva molto alla formazione culturale dei suoi militanti e alla presenza tra i diseredati e gli ultimi. A Bergoglio fu poi affidata un'istituzione in difficoltà, l'università del Salvador.

un giovane jorge mario bergoglioUN GIOVANE JORGE MARIO BERGOGLIO
Bergoglio la risanò e la affidò a due ex camerati della Guardia de hierro, Francisco José Pinon e Walter Romero. In quegli anni Bergoglio era avversario dichiarato dei gesuiti di sinistra da posizioni nazionaliste e populiste. La sua avversione alla teologia della liberazione gli procurò l'accusa di omertà da parte del premio Nobel Perez Esqivel e poi di collaborazionismo con la dittatura dei generali argentini, dal 1976 a 1983.

papa bergoglio quando era arcivescovo di buenos airesPAPA BERGOGLIO QUANDO ERA ARCIVESCOVO DI BUENOS AIRES
Lo storico Osvaldo Bayer dichiarò ai giornali «Per noi è un'amara sconfitta che Bergoglio sia diventato Papa» e Orlando Yorio, uno dei gesuiti filocastristi catturato e torturato dai servizi segreti del regime militare, accuserà: «Bergoglio non ci avvisò mai del pericolo che correvamo. Sono sicuro che egli stesso dette ai marinai la lista coi nostri nomi». Solo dopo la caduta della dittatura militare Bergoglio iniziò a prendere le distanze dal peronismo nazionalista.

Ho tratto fedelmente questa ricostruzione dalle pagine del libro di Emidio Novi, La riscossa populista, appena uscito per le edizioni Controcorrente. Novi sostiene che la deriva progressista e mondialista di Francesco nasca da questo passato rimosso. Secondo Novi «papa Bergoglio vuol farsi perdonare il suo passato "fascista" durato fino al 1980».
jorge mario bergoglio in argentinaJORGE MARIO BERGOGLIO IN ARGENTINA

Per questo non perde occasione di compiacere il politically correct, il partito progressista dell' accoglienza, l' antinazionalismo radicale. Novi, giornalista di lungo corso e senatore di Forza Italia, è morto lo scorso 24 agosto investito da un camion della nettezza urbana in retromarcia mentre era al suo paese natale, Sant' Agata di Puglia.

jorge mario bergoglio in argentinaJORGE MARIO BERGOGLIO IN ARGENTINA
Il suo libro è uscito postumo, con una prefazione di Amedeo Laboccetta e a cura di suo figlio, Vittorio Alfredo. Novi si definiva populista già decenni prima che sorgesse in Italia l'onda populista. Era populista al cubo, perché proveniva dall' ala più «movimentista» dell'Msi ispirata dal fascismo sociale: poi perché proveniva dal Sud e da Napoli, ed era un interprete genuino dell'antico populismo meridionale, a cavallo tra la rivolta popolana e la nostalgia borbonica; e infine era populista perché considerava l'oligarchia finanziaria, la dittatura dei banchieri e degli eurocrati, il nemico principale dei popoli nel presente. Perciò amava definirsi nazionalpopulista, e sovranista ante litteram.

jorge mario bergoglio in argentinaJORGE MARIO BERGOGLIO IN ARGENTINA
In questo suo ultimo libro Novi si occupa in più pagine del «papulismo» di Bergoglio, della sua teologia «improvvisata e arruffona», della sua resa all' islam, della sua ossessione migrazionista fino a definire Gesù, la Madonna e San Giuseppe come una famiglia di immigrati clandestini in fuga.

Lo reputa «uno strumento dell' Anticristo», funzionale sia al progressismo radical dell'accoglienza che al mondialismo laicista della finanza, mescolando il vecchio terzomondismo, l'internazionalismo socialista con il disegno global che ci vuole nomadi, senza radici, senza patria e senza frontiere. Ma del suo passato argentino, al tempo di Perón, del giustizialismo e poi della dittatura militare, Bergoglio preferisce non parlare.

Anche gli estroversi a volte tacciono.

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